Crono e pista

 

Soli con se stessi, contro il cronometro

 

I muscoli si induriscono, intossicati dall'acido lattico. Il fiato si fa corto. E il traguardo non arriva mai. Questa, in poche parole, le sensazioni che si vivono  quando si affronta la specialità più faticosa del ciclismo: la cronometro.

E quando si corre a squadre sembra di arrampicarsi su uno specchio dal quale si continua a scivolare.

 

Ma la sfida con se stessi e con gli altri ha senso anche quando non raggiunge livelli esasperati.

 

Le biciclette avveniristiche, le ruote aereodinamiche, i caschi progettati nella galleria del vento possono aiutare ma non sono obbligatori quando l'obiettivo principale è trascorrere un bella giornata di sport.

 

 

Il brivido di girare in pista

 

Il Cassinis Cycling Team non è indifferente al  fascino della pista.

Soprattutto in inverno, ci si ritrova sul parquet per un paio d'ore di allenamento. L'impianto prescelto è quello coperto di Montichiari (BS), perchè lo storico Vigorelli, palcoscenico di mitiche sei giorni,  è tuttora inagibile.

 

Il brivido delle curve paraboliche è un'esperienza da provare, anche se non si è capaci di restare in surplace come Antonio Maspes o di girare vorticosamente per un'ora come Francesco Moser.

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